Oggi sono davvero contenta di ospitare nel mio salotto zen una psicologa dell’età evolutiva iscritta all’ordine degli psicologi del Veneto che svolge la libera professione in provincia di Padova e di Verona.
Si chiama Giulia Braghetta, collabora con diversi enti, comuni e scuole e ha pubblicato due libri nel 2016: “La violenza intrafamiliare nella coppia. Gli effetti della violenza perpetrata dal proprio partner” e “Costanza dei colori visti attraverso veli colorati reali. L’influenza di un filtro nella percezione del colore”.
Oggi vuole chiacchierare assieme a tutti noi di un tema davvero interessante, quindi se avete domande o se semplicemente vi va di dire come la pensate, commentate pure 🙂. Ecco il suo Guest Post :
L’IMPORTANZA DELLA RELAZIONE D’ACCUDIMENTO NELLA COMPRENSIONE DEI BISOGNI DEL FIGLIO
Per molti anni e fino a non molti anni fa, il neonato era considerato un “essere fisiologico” incapace di entrare in un rapporto con il mondo esterno e pertanto “gestito e formato” dai propri genitori o da chi se ne prendeva cura.
In realtà, molti psicoanalisti tra cui Melanie Klein, Wilfred Bion e Donald W. Winnicott, sostenevano che il neonato fosse un essere capace di relazione e quindi in grado di attivare e mantenere una relazione con mamma-papà, utilizzando per comunicare i propri canali sensoriali.
Perché quando un bambino viene al mondo, è tutto corpo ovvero “sente” attraverso i sensi.
Il neonato viene considerato non come essere a sé stante, ma all’interno della relazione con i genitori, pertanto già durante la gravidanza, il clima presente all’interno della coppia ha la funzione di tenere e nutrire il feto, lo accoglie quando nasce e poi continua ad accompagnarlo lungo tutto il suo percorso di crescita.
E non è propriamente corretto pensare che sia solo la madre ad essere in relazione con il figlio in quanto si prende cura dei suoi bisogni primari, guidata anche dal legame profondo e viscerale creatosi durante i nove mesi di gravidanza.
Anche il padre ha un ruolo molto importante sin da subito: ha il compito di proteggere la relazione mamma-bambino da interferenze esterne e dagli eccessi emotivi che la madre può incontrare sia durante la gravidanza, sia nei primi mesi dopo il parto.
Un noto psicoterapeuta esperto nel lavoro con i bambini ed i loro genitori, descrive così il legame mamma-papà-bambino:
“Il bambino appena nato è tenuto tra le braccia della madre, ma la ‘forza’ interna a quelle braccia è quella che circola nella relazione di coppia, nella quale il padre, in quel momento particolare dell’esperienza relazionale, ha proprio il compito di sostenere la compagna, aiutarla a fronteggiare la ferita narcisistica per la perdita della condizione di gravidanza e consentirle la regressione quando è necessaria” (G. Crocetti, 2012)
È fondamentale garantire al neonato una continuità con la vita intrauterina caratterizzata da un rassicurante dondolio dato dal liquido amniotico, dai movimenti del corpo della mamma e dal ritmo del suo battito cardiaco.
Pertanto il neonato si sentirà molto più a suo agio se gli si offre un ambiente che lo contiene e lo dondola ritmicamente, avvolgendolo e proteggendolo.
Ma allora è bene tenere i bambini in braccio o poi si abituano e prendono il vizio? C’è un’età limite o un tempo per tenerli in braccio?
Non c’è una risposta giusta o una risposta sbagliata, ogni genitore sente cosa è meglio per il proprio figlio perché ogni genitore agisce nel miglior modo possibile in base alle risorse e strumenti che possiede.
In linea generale è possibile affermare che l’essere tenuti in braccio dai propri genitori non è un vizio ma piuttosto un bisogno e una necessità: crescendo il bambino lascia da solo certe abitudini proprio perché non più necessarie al proprio sviluppo; sarà il bambino a far capire ai genitori quando è il momento di “staccarsi” e il compito dei genitori è proprio quello di sostenerlo ed accompagnarlo in questo processo di crescita.
Ecco dove potete contattare la Psicologa Giulia Braghetta
https://m.facebook.com/psicologagiuliabraghetta/?ref=bookmarks
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Mail: g.braghetta.psicologa@gmail.com
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