“Mamma, guarda!” indicando una donna emiratina vestita con il suo tradizionale abito, “mamma, paura!”
Questa era, fino qualche tempo fa, la reazione di mio figlio quando per strada (ed ovviamente qui capita spessissimo), incontravamo donne che indossavano l’abaya.
Vi lascio immaginare il mio imbarazzo perché si sa, i bambini non hanno filtri e soprattutto non sanno misurare il tono della voce.
La mia risposta è sempre stata la stessa “ma paura di che? Quello è il loro vestito ed anche se ad alcune non vedi il viso sotto ci sono mamme proprio come me”.
Cos’è l’Abaya?
Qui le donne local indossano l’abaya che, per chi non lo sapesse, è un camice che copre l’intero corpo ad eccezione dei piedi, delle mani e del viso.
Molte donne la indossano insieme al Hijab un velo che copre anche il collo, le orecchie ed i capelli.
Ci sono donne, ancora, che preferiscono coprire completamente il loro viso lasciando visibili solo gli occhi indossando in questo caso la Niqab.
L’abaya tradizionalmente è completamente nera ma adesso è possibile e sempre più frequente vedere donne indossare l’abaya con ricami sul colletto e sulle maniche: l’amore delle donne arabe per la moda è cosa nota basti pensare che ci sono abaye di Dior, Chanel o altri brand di lusso.
Le donne posso togliersi l’abaya solamente in luoghi frequentati esclusivamente da donne o in casa.
Lo scambio come crescita personale…
Qualche giorno fa abbiamo festeggiato alla nursery di mio figlio la festa della mamma e nonostante fossi concentratissima nel seguire i bimbi ballare e cantare in un attimo mi sono guardata intorno e mi sono accorta di come noi mamme, tutte sedute li intorno ai nostri bimbi su seggioline minuscole, stessimo sorridendo nello stesso modo, con lo stesso sguardo di amore.
Nella classe di mio figlio lui è l’unico italiano e ci sono bimbi di tante nazionalità differenti: intorno a me mi sono cosí accorta di avere donne diversissime tra loro alcune indossavano l’abaya ed una in particolare, indossava il velo che copriva l’intero viso lasciando visibili solo gli occhi.
Ecco, gli occhi… mi sono resa conto, forse per la prima volta, del potere dello sguardo: sono bastati gli occhi per leggere l’orgoglio di quella mamma nei confronti del suo bambino, il suo amore in qualche modo identico al mio, incondizionato.
Cosí come mio figlio, so che ci sono moltissimi adulti che vedendo una donna coperta si intimoriscono, forse sarà successo anche a qualcuno di voi, ma quanti di voi vedendo una donna coperta si sono mai chiesti cosa nascondesse sotto quell’abito?
Quanti di voi hanno mai provato a pensare a quella donna come mamma? Come figlia o come moglie?
Capisco le diversità possano spaventare, l’ignoto rendere vulnerabili, ma chissà loro cosa pensano dei nostri vestiti colorati, delle nostre scollature o dei nostri capelli al vento.
Io credo fortemente nello scambio come crescita personale, credo nel non giudicare senza sapere e credo nel rispetto di chi è diverso, credo ancora che cambiare prospettiva aiuti ad essere migliori, che mettere in discussione le proprie certezze sia sintomo di intelligenza, che criticare senza cognizione di causa inaridisca il nostro animo e da oggi credo anche negli sguardi, nelle emozioni che trasmettono, nel loro essere specchio di ciò che siamo nel profondo e credo che la parte bella delle persone sia quella interiore quindi non importa se non so se quella mamma accanto a me abbia capelli lunghi o corti, in quel momento eravamo identiche, entrambe “nude”e disarmate di fronte all’amore per i nostri bambini.
Rubrica mensile Diario di una Mamma Expat a Dubai a cura di Olly
Diario di una Mamma Expat a Dubai
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