La prima volta che conobbi un bimbo autistico, pensavo che l’autismo si manifestasse esclusivamente allo stesso modo.
Non sapevo cosa fosse e tutt’ora, oltre i termini scientifici, parlando di “autismi”, ogni famiglia ha una sua interpretazione della sindrome.
Nel rispetto di tutti, da chi lo considera una condizione a chi una patologia, ho raccolto le vostre risposte per confrontarci e sentirci meno soli:
Che cos’é l’autismo per voi che lo vivete?
Daniele: E’ qualcosa da combattere e debellare e non una filosofia di vita.
Non è un modo di vivere ma un grave problema per le famiglie.
L’autistico va aiutato a far parte di questo mondo, finché non avranno trovato il modo di uscirne, ed il mondo, attraverso l’educazione, la formazione la scuola, deve essere aiutato ad accettare l’autistico.
E’ necessario combattere questa difficile battaglia, che è innanzitutto di emancipazione culturale, sapendo che non mancheranno resistenze ed ostacoli da parte di chi, non ha ancora compreso che in gioco ci sono i destini di Persone, i cui bisogni e diritti ogni giorno sono pesantemente e impunemente violati.
Ornella: E’ una porta enorme,metallica,fredda.
La provi ad aprire ma è blindata,difficile da poterla varcare.
Sai che dall’altra parte c’è un bambino che vuole ridere, che vuole indicare, che vuole chiamare la mamma tutte le volte che ne ha bisogno, che vuole giocare con altri bambini, che vuole vivere come tutti gli altri suoi coetanei in serenità, armonia, con paroline, canzoncine, filastrocche e favolette e invece da questa parte della porta, tuo figlio sembra spento, non indica, non canticchia, non cerca i tuoi abbracci, spesso si isola in un armadio o dietro una tenda.
Per quanto ci si doti di tutta la forza che uno dispone, la porta maledetta è difficile da poter spalancare.
Maria: Oltre le difficoltà è un mondo puro e pieno di amore incondizionato.
Piera: L’inferno sulla terra. Per noi e per loro.
Marco: E’ un modo di essere,di vivere antiterrestre, una dimensione in questa dimensione. Ci rende persone migliori.
Mariella: All’inizio mi faceva paura, ora lo vivo con entrambi i miei bimbi, rendendoli autonomi.
Roberta: Dolore, per il proprio figlio e per noi genitori, per una vita che cambia e ti travolge.
Contessa: E’ il nemico. Ti mette di fronte a te stessa, alle tue paure e alle tue debolezze.
Elisa: E’ sentirsi impotenti. È una folle lotta da condividere con altri genitori, questa forse è la cosa migliore.
Isabella: E’ una croce.
Cristina: Portare via l’ innocenza di un bambino distruggendo la famiglia.
Isabella: Ti ruba il figlio senza sottrarlo materialmente.
Tommaso : La mia principessa sembra chiusa in una torre da dove non puó scappare.
Michela: E’ un minestrone con diversi ingredienti, immergi il mestolo e non sai cosa prenderai. Tutti meravigliosamente diversi.
Alessandra: Per me è come una lingua straniera difficile da comprendere, una dimensione parallela.
Tania: Non cambierei i miei figli ma l’autismo sì. L autismo non è Denise e non è Andrea ma un mantello che loro devono, contro ogni volontà, imparare a portare sulle spalle.
La loro infanzia rubata.
Tiziana:
Ogni tappa è un libro indecifrabile
Rosaria: Un mare che non sai se sarà calmo o in tempesta.
Dolores: Noi abbiamo due bimbi autistici e una bimba con paralisi cerebrale, solo chi entra in questo mondo puó capire.
Le risposte sono state numerose per cui ci sarà una seconda parte in cui potrete continuare a leggerle prossimamente. Grazie a tutti
Rubrica mensile “Autismo: storia di un bambino speciale“ a cura di Valentina
Segui anche Valentina sulla sua pagina Fb Il mio nome è Brian: storia di un autismo
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