“Mamma e papà non ci volete più bene?”
In questi ultimi decenni sono aumentati notevolmente i casi di separazione che coinvolgono anche minori di tutte le fasce d’età, tanto che molto spesso di fronte ad un bambino definibile “sofferente” o “difficile”, non ci stupiamo più nel scoprire che è figlio di genitori separati.
Questo ovviamente non vuol dire che tutti i figli di genitori separati devono avere qualche problema, anzi, e questo in gran parte dipende da come i genitori affrontano la separazione con i propri figli.
In questo articolo non andremo ad interrogarci sul perché di tale incremento delle separazioni ma su cosa significa per i bambini subire la separazione dei propri genitori (perché sì, la subiscono non essendo loro a sceglierla), come la possono vivere/affrontare e come poterli aiutare.
La conflittualità silente o agita dei genitori e le ripercussioni sui figli
Ad ognuno di noi è capitato di ritrovarsi a dover affrontare una discussione, ognuno di noi ha il proprio modo di farvi fronte (più o meno funzionale), confrontandosi, discutendo, urlando o restando in silenzio.
Lo stesso può avvenire all’interno della propria famiglia: spesso si pensa che, quando si è in casa, magari con i figli nella stanza accanto, è meglio trattenere la rabbia non dando così spazio ad una discussione con il proprio compagno, convinti di arrecare meno disagi ai propri figli, evitandogli l’esposizione alla propria rabbia.
Se anche voi la pensate così, sappiate che non è del tutto esatto.
I genitori possono comunicare la loro rabbia ai figli non solo litigando o discutendo, ma anche con modalità non verbali quali la mimica facciale, la passività o il silenzio.
Questo “rancore trattenuto e non agito” può interferire comunque con il benessere dei propri bambini proprio perché essi sono estremamente sintonizzati con la comunicazione emotiva e i sentimenti che intercorrono tra i genitori.
Insegnare ai propri figli ad esprimere la rabbia in modo costruttivo, usando toni non troppo aggressivi e trovando un compromesso con il proprio compagno, è un grande insegnamento che potete dare ai vostri figli, perché gli insegnate che le cose si possono risolvere e il modo per farlo!
Ci sono invece casi in cui la tensione e l’aggressività non riesce ad essere contenuta e gestita dai genitori, arrivando ad esporre sempre di più i figli ad accese discussioni cariche di rabbia e rivendicazioni, arrivando, anche se non sempre, alla decisione di separarsi.
Come vivono la separazione i figli?
La separazione rimane sempre un processo traumatico che altera le relazioni familiari sul piano coniugale, genitoriale e socio-ambientale.
Nella normalità, nessun bambino desidera vedere i propri genitori separati, nessun bambino vuole scegliere se trascorrere il tempo con la mamma o con il papà, nessun bambino vuole sentirsi diviso a metà e vivere con lo zainetto in spalla, spostandosi da una casa all’altra.
Quando i genitori si separano, i bambini si sentono responsabili e provano sensi di colpa (“non sono stato abbastanza bravo da farli stare insieme”) che si possono manifestare in comportamenti autopunitivi che spesso gli adulti scambiano per aggressività, oppure chiudendosi in sé stessi o con un declino nel rendimento scolastico.
È molto importante che i genitori riescano a cogliere i segnali di disagio dei figli, sintonizzandosi sui loro bisogni e facendoli sentire accolti, non lasciandoli in balia delle proprie preoccupazioni e/o fantasie.
Come affrontare il discorso con i propri figli? Cosa è bene dire?
Innanzitutto tengo a sottolineare che ai bambini bisogna sempre dire la verità, adattando i contenuti alla loro età, senza illuderli e senza prenderli in giro.
Per questo, qualsiasi sia l’età del bambino, è bene che entrambi i genitori (insieme nello stesso momento) rassicurino il figlio sul fatto che non è lui la causa della separazione, che a volte gli adulti non riescono proprio ad andare d’accordo e che la separazione è solo tra loro come coppia e non come genitori: avrà sempre una mamma ed un papà che gli vogliono bene e che si occuperanno e prenderanno cura di lui.
Ad esempio, si potrebbe dire: “sappiamo che per te è difficile non vedere più la mamma e il papà insieme, ma noi non ci separeremo mai da te e continueremo sempre ad essere la tua mamma e il tuo papà perché l’amore che proviamo per te ci terrà sempre uniti come tuoi genitori”.
Una cosa molto importante da tenere sempre presente, è il parlare in modo empatico al bambino, trasmettergli sincerità e chiarezza, rispondendo ad ogni sua domanda in modo tale da non lasciare spazio a dubbi o preoccupazioni che possono alimentare i suoi sensi di colpa.
Anche ai bambini molto piccoli (dai 0 ai 3 anni) bisogna spiegare che le cose stanno cambiando, senza nascondersi dietro la convinzione “tanto non capiscono” perché non è così: a questa età non hanno gli strumenti cognitivi adatti per comprendere al meglio ciò che sta succedendo, ma vivono l’intensità emotiva del momento.
Può essere che i bambini non siano in grado di esprimere il proprio dolore, per l’età o per alcune difficoltà, ma a livello comportamentale lo riescono ad esprimere bene, ad esempio attuando comportamenti regressivi rispetto all’età, un calo dell’appetito, difficoltà del sonno, forte attaccamento e dipendenza nei confronti del genitore con cui vivono prevalentemente con conseguente rifiuto dell’altro genitore, comportamenti aggressivi e oppositivi, calo del rendimento scolastico.
Questi sono tutti segnali che possono esprimere la loro sofferenza e quindi da accogliere e non sottovalutare.
Si può essere dei genitori “sufficientemente buoni” anche se si è separati?
In conclusione, è possibile affermare che si può essere dei genitori “sufficientemente buoni” anche se si è separati perché il vero trauma di una separazione, non è la separazione in sé, ma è l’ostacolare o impedire al figlio l’accesso all’altro genitore: essere genitori nonostante la separazione richiede di legittimare l’altro come genitore, lasciando da parte quello che è stato come compagno, perché un figlio è parte di uno e dell’altra.
Se può finire il legame tra un uomo e una donna perché il “per sempre” può non trovare più continuità, il legame tra un figlio ed i suoi genitori è destinato ad essere eterno, nel bene e nel male.
Vi consiglio di guardare il video “Genitori Bestia” (questo è il link https://youtu.be/GnHqGq1G4MU) che rappresenta bene come vive la separazione un figlio ed è possibile visionarlo anche con i propri figli.
Rubrica mensile di Psicologia a cura della Dott.ssa Giulia Braghetta
Psicologa dell’età evolutiva iscritta all’ordine degli psicologi del Veneto che svolge la libera professione in provincia di Padova e di Verona.
Collabora con diversi enti, comuni e scuole e ha pubblicato due libri nel 2016: “La violenza intrafamiliare nella coppia. Gli effetti della violenza perpetrata dal proprio partner” e “Costanza dei colori visti attraverso veli colorati reali. L’influenza di un filtro nella percezione del colore”.
Per domande o dubbi potete scrivere a: g.braghetta.psicologa@gmail.com
Potrebbe anche interessarti il post: Gestire la Rabbia dei bambini: i consigli della psicologa
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.