In momenti tragici come questi, le parole possono risultare banali, scontate o di circostanza; molte volte sarebbe meglio rimanere in silenzio, ma non riesco a tenere a freno i miei pensieri…
Amo infinitamente la mia terra, la mia Puglia, non ho mai perso l’occasione per lodarla, e quando vivevo al nord ho dovuto difenderla fra lacrime ed umiliazione innumerevoli volte, mentre sognavo di tornare a vivere fra quegli ulivi e fra quella gente generosa, sorridente, sempre felice nonostante tutto, sempre pronta a rimboccarsi le maniche.
Oggi più che mai, mi sento orgogliosa della mia terra del suo voler essere e saper esser d’aiuto, del suo non fermarsi nemmeno per un istante nel momento del bisogno; oggi più che mai vorrei abbracciare i figli di questa terra.
Da ieri vedo le immagini di questa terra e della sua gente scorrere di continuo in TV; ma non si parla delle sue meravigliose spiagge, non si parla di turismo, di matrimoni di Vip stranieri, questa volta si parla di una tragedia assurda, di una lacerazione terribile, di scenari che lasciano senza parole, di rabbia, di lamiere accartocciate, di sogni e speranze infrante, di abbracci colmi di lacrime, che non hanno bisogno di parole…
Mi si stringe il cuore nel vederla piangere, soffrire, nel vederla così tragicamente provata, ed oggi più che mai la amo e le sono vicina.
Penso a quelle persone, a come possa finire tutto in un frangente; a quei bimbi che tenevano la mano ai propri genitori o ai propri nonni premurosi, ed un istante dopo si sono ritrovati soli.
Penso agli studenti, a quei lavoratori che hanno la quotidiana necessità di viaggiare su quella linea legata nel 2016… ad un filo… al filo di un assurdo blocco telefonico.
Penso a quella mamma abbracciata alla sua bambina, a cosa avranno pensato in quegli istanti, a quanto l’amore sia più forte anche della morte.
Penso a tutte quelle persone che viaggiavano su uno di quei treni per raggiungere l’aeroporto e volar via da qui.
A coloro che portavano sulle loro spalle sacrifici e speranze; penso a tutte le persone che non erano su quei treni ma che avevano un pezzo della loro vita che viaggiava su quell’unico binario appeso “ad un filo del telefono”, e mi chiedo come questo sia possibile.
Penso a coloro che non avranno tolto nemmeno per un istante gli occhi dal cellulare con la speranza di risentire la voce di uno dei propri cari.
Penso a quelle campagne che fino ad un istante prima erano piene di vita, di energia di meravigliosi ulivi, di cicale, di sole ed un istante dopo hanno accolto il buio, il buio di quei cuori che hanno smesso di battere, il buio di quelle lacrime, il buio della disperazione, il buio di chi ha perso tutto… e mi sento stringere il cuore…
Non aggiungo altre parole… non posso fisicamente abbracciare quelle persone disperate, ma vorrei farlo attraverso questi pensieri…
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