La questione spannolinamento
Il tema spannolinamento, è un tema che sta molto a cuore alle mamme. È una tappa importante, e tutte sentono la necessità di arrivare pronte per affrontarla in maniera serena e senza traumi né per il bambino né per loro stesse…
Sono spiacente, ma in questo post non vi fornirò la formuletta magica per togliere il pannolino nei famosissimi tre giorni, perché onestamente non ci credo per nulla…
Rispettate i tempi del vostro bambino
Innanzitutto c’è da dire che ogni bambino ha i suoi tempi, quindi non credo nelle mamme blogger e giornaliste che dicono come fare, perché se un bambino non è pronto non basteranno di sicuro tre giorni. Non esiste quindi a mio parere, un assioma generale.
Il nostro spannolinamento ed i miei consigli su come fare
Vi racconto la storia dello spannolinamento di Franci perché potrebbe offrire spunti pratici e consigli su come fare… ma ripeto ogni bambino ha i suoi tempi.
Faccio un salto indietro… Esattamente un anno fa mi ammazzai di articoli su internet alla ricerca di spunti su come fare ad affrontare questo benedetto spannolinamento, ma terribilmente scettica, come vi ho accennato prima, alla fine decisi di affidarmi solo al mio istinto materno ed all’ascolto quasi simbiotico con mio figlio. Sentivo che questa sarebbe stata la soluzione, accompagnata da tanta tantissima pazienza e milioni di om…
Il discorso pupù e pannolino, per fortuna non dovetti affrontarlo perché Franci a sei mesi, essendo stitico, lo abituai a farla nel water con il riduttore. Ogni mattina con libri e giochini, armata di tanta pazienza, mi sedetti al suo fianco, con la speranza che la facesse nel water. Così facendo, trovai il modo di combattere la sua stitichezza, e quindi fin dai sei mesi di vita sì abituò a farla nel water con il riduttore. Ma rimase il discorso pipì e spannolinamento da affrontare…
Lo scorso giugno, Franci compì 1 anno e 8 mesi ed aiutata dalla calda stagione estiva, iniziai a lasciarlo libero per casa senza il pannolino. Ne pulii di pipì per terra… altro che tre giorni! Evidentemente lui non si sentì ancora completamente pronto e perciò decisi di non mettergli né fretta né ansia e di lasciare che tutto avvenisse con calma. Cercai di “sintonizzarmi” con lui e munita di vasino e riduttore, cercai di studiare il suo linguaggio non verbale quando avvertiva lo stimolo della pipì. Toccarsi il pisellino, avere un brivido, erano messaggi che lanciava e che significavano “devo fare la pipì!” Così piano piano diventai sempre più veloce e perspicace… e correvo a portarlo in “postazione”.
Con le settimane imparò a dirmi cacca anche quando in realtà doveva fare solamente la pipì, ma ahimè non sempre. Insomma c’è voluta tanta pazienza, ed anche se stanca, mi sforzai di non arrabbiarmi perché non era giusto, ed era anche peggio. Capii che avrei dovuto rassicurarlo anche quando la faceva per terra ed avrei dovuto rispettare, ancor più di quanto già non stessi facendo, i suoi tempi e spiegargli amorevolmente dove avrebbe dovuto farla, per evitare di bagnarsi tutto. Poi mi venne un’idea geniale ed a fine agosto dopo due intensissimi mesi, decisi di trovare un modo simpatico per premiare i suoi passi avanti e progressi. Tendenzialmente non sono per questo genere di metodi, ma provai ad applicarlo e funzionò .
Un pomeriggio dissi a Franci che avremmo dovuto costruire un “cartellone”, dove avremmo attaccato dei bellissimi adesivi ogni volta che mi avrebbe avvisata del suo bisogno di fare la pipì o la pupù. Andammo in libreria, ed acquistammo un libro bellissimo pieno di stickers attacca e stacca. Franci ne fu felicissimo, preparammo il “cartellone”, lo attaccammo sulla parete del bagno e dopo qualche minuto mi disse: “Mamma Pipì!!!” Da quel momento in poi, iniziammo ad attaccare tanti adesivi, che scelse personalmente di volta in volta! Sentii che il peggio fosse passato e così decisi di uscire di casa senza mettergli il pannolino e di fidarmi di lui. Mi portai con me il vasino e sperai che non la facesse addosso. Purtroppo la nostra uscita si protrasse più del dovuto e Franci mi disse che avrebbe dovuto fare pipì. Il brutto fu che lui mi chiese di mettere il vasino per terra per strada, e capite bene che non l’avrei mai fatto…
Franci si intestardì e decise che o l’avrebbe fatta in quel modo o nulla e lì, in quel momento iniziai a pensare a qualcosa da comprare che avrebbe funto da vasino ma senza esser messo per terra. In quel momento ci trovammo nel bel mezzo del nulla e nelle vicinanze non ci fu l’ombra di un bagno pubblico, ma Franci non ritenne corretto e giusto farla in piedi fra gli alberi. Insomma giustamente se non è corretto farla a terra a casa, perché dovrebbe esserlo per strada? I bambini hanno una loro visione abitudinaria delle cose e questo sicuramente lo mandò in confusione. Il vasino a casa andava messo per terra e di conseguenza per lui, anche per strada era quello il suo posto. Riusciti a tornare a casa, mi misi a pensare a cosa poter comprare per aiutare Franci a fare la pipì per strada se ve ne fosse stata l’urgenza, avevo bisogno di qualcosa di nuovo, che non potesse associare a nulla, e che quindi potesse essere mantenuto da me per fargli fare pipì in piedi.
Faccio una piccolissimo appunto, questo sarebbe stato definito capriccio se non avessi letto e studiato i testi della Montessori. Maria Montessori racconta in uno dei suoi libri, di una bambina che un giorno fu presa all’improvviso da un pianto incontrollabile e che la mamma non riuscì a spiegare. In realtà non era un capriccio… la mamma di quella bambina invece di indossare il suo cappotto decise di appoggiarlo sul braccio, per la bambina quindi quello non era il posto del cappotto e con il pianto voleva esprimere il disturbo che provava nel non vedere in ordine quel soprabito. Vi è più chiaro ora il racconto del vasino per strada? I bambini hanno un senso dell’ordine incredibile e che spesso sottovalutiamo o non comprendiamo.
Come fare fuori casa…
Tornando al discorso spannolinamento, all’Ikea trovai un vasino che al suo interno aveva una specie di ulteriore vasino in miniatura; questo mini vasino ha le giuste dimensioni per poterlo mettere in borsa e portarlo sempre con noi. Così lo acquistammo ed entusiasta lo feci vedere a Franci; lo chiamammo Pipino.
Pipino gli avrebbe consentito di fare pipì in piedi come un ometto, ovviando al problema di farla per terra, qualora non avessimo trovato un bagno pubblico nelle immediate vicinanze; l’avrebbe fatta al suo interno stando in piedi… perfetto! Fui orgogliosa di me, di aver trovato una soluzione e così potemmo uscire sereni, senza pannolino! Dopo qualche giorno Franci mi disse che avremmo dovuto togliere il cartellone, mi disse: “Mamma, basta”. Ormai non occorreva più, si sentiva pronto e sicuro di potermi avvisare tutte le volte che gli scappava. Così fu, a 1 anno ed 11 mesi Franci disse addio durante il giorno al pannolino. Ed io fui fiera del mio ometto super determinato.
Come fare durante la notte?
Rimase da affrontare il discorso pannolino durante la notte. Allattando Franci a richiesta (tanta richiesta…) durante la notte, non avrei mai pensato che sarebbe stato semplice spannolinarlo considerato che al mattino il pannolino lo trovavo sempre molto bagnato.
Ma qualche giorno dopo averlo spannolinato durante il giorno, Franci una sera si ribellò, urlando a più non posso, al gesto del papà di volergli mettere il pannolino prima di andare a nanna. Chiesi a Franci come mai stesse reagendo in quel modo, e lui rispose riferendosi al pannolino… “Mamma Basta!”. Onestamente al momento rimasi basita, gli chiesi come avremmo potuto fare senza e poi dopo un breve e coraggioso minuto di riflessione, gli dissi che allora avrebbe dovuto avvisarmi durante la notte, nel caso in cui avrebbe sentito lo stimolo della pipì, e lui annuì felicemente. Decisi di fidarmi, di ascoltare la richiesta del mio bambino e di rischiare di prendermi un grandissimo “fastidio” notturno, nel rispetto della sua volontà. Franci trattenne la pipì tutta la notte. Al mattino fui davvero senza parole, orgogliosa di lui e felice di averlo ascoltato. Da quel momento in poi non utilizzammo più il pannolino nemmeno durante la notte. Nei giorni seguenti mi spaventai per questo suo trattenere la pipì anche 12 ore e così ogni tre ore mi svegliavo tipo zombie per portarlo in bagno. Per fortuna quando raccontai il tutto al pediatra, mi disse che fosse un bene che Franci riuscisse a trattenere per più tempo la pipì, così facendo avrebbe allenato la vescica. Il dottore mi salvò quindi da quei risvegli che interrompevano il mio sonno già precario. Franci imparò a trattenere la pipì tutta la notte ed io ne fui doppiamente contenta.
Il pediatra inoltre mi disse, che potrebbe verificarsi una regressione in concomitanza con determinati cambiamenti od avvenimenti, ma di non allarmarsi; insomma una pipì potrebbe sempre scappare per infinite ragioni.
“Sintonizzatevi” con i vostri bambini
I consigli che quindi vi do sono… ascoltate i vostri bambini, “sintonizzatevi” con loro e con i loro bisogni, rispettateli sempre, non abbiate fretta ed armatevi di tanta pazienza, tantissimi om e magari di un bel libro di adesivi attacca e stacca 😜.
Ricordate: i bambini sanno sempre come sorprenderci positivamente ☺️.
Buon spannolinamento 💪🏾
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