“E’ il bambino che fa l’uomo e nessun uomo esiste che non sia stato creato dal bambino che è stato.”
Amo questa citazione di Maria Montessori e sono del parere che sia sempre così realistica ed attuale.
Il compito della società nei confronti dei bambini disadattati
Ho riflettuto spesso su queste parole quando ero un’educatrice e lavoravo con i minori a rischio di devianza, e mi sono spesso chiesta, cosa tutta la società potrebbe fare per evitare che domani quei bambini, considerati “terribili”, diventino uomini violenti, mafiosi, aggressivi, disadattati.
Don Bosco diceva: “In ogni giovane, anche il più disgraziato, c’è un punto accessibile al bene. Dovere primo dell’educatore è di cercare questo punto, questa corda sensibile del cuore e di trarne profitto”.
Ed allora penso, che se ognuno di noi nel proprio piccolo cercasse questa corda in tutti i ragazzi ed i bambini con i quali entra in contatto, il mondo, domani, sarebbe davvero migliore.
Spalanchiamo le porte del nostro cuore
Se invece di chiudere le porte metaforicamente e non, a questi giovani, le spalancassimo, contribuiremmo a costruire nel nostro piccolo una società migliore.
Se li accompagnassimo durante la formazione scolastica e poi insegnassimo loro un mestiere, facendo leva sulle potenzialità di ciascuno di quei ragazzi “disgraziati”, se insegnassimo loro a credere sempre e comunque in se stessi, se creassimo spazi di condivisione positiva alternativi alle sterili strade fatte di violenza, di edonismo, di aridità di valori e sentimenti, che mondo lasceremmo alle future generazioni?
In Italia si dà poco importanza al ruolo degli educatori mentre, in realtà, abbiamo un ruolo importantissimo, che ritengo vada supportato con ogni mezzo, per il bene della società. (E -fuori /duco-condurre/ Educo- guidare fuori)
Il mio lavoro di Educatrice
Nel 2006 ho vissuto per un po’ a Londra ed avevo deciso di trasferirmi a vivere a tempo indeterminato lì, cercando di lavorare proprio come educatrice.
È proprio vero che mentre però noi siamo presi a pianificare la nostra vita c’è chi la pianifica per noi, mandando all’aria i nostri progetti, e così mentre ero in quel di Londra, ricevetti una risposta per un’esperienza di servizio civile nell’ONG Vides, c/o la sede FMA nel quartiere popolare San Girolamo di Bari, dove avrei lavorato come educatrice con minori a rischio di devianza.
Tornata quindi a Bari dalla mia adorata Londra, mi apprestai a vivere quello che sarebbe stato uno dei periodi più belli e significativi della mia vita.
I bambini che non hanno nulla riescono a donarti il bene più prezioso…
Non c’è gioia più grande del donare il proprio cuore al prossimo bisognoso di aiuto. Mi stupivo quotidianamente, di come bambini che non avessero nulla o quasi dalla vita, riuscissero a donarmi la ricchezza più preziosa che si possa desiderare, il bene, quello gratuito ed incondizionato, quello che ti fa sentire viva.
Quando varcavo quel portone, bastava vedere i loro sorrisi per dimenticarmi all’istante, dei dispiaceri che opprimevano il mio cuore in quel periodo di vita, dopo essere tornata da una città dove avevo sempre sognato vivere e dove avevo iniziato a mettere radici.
Infondo, potevo imparare ad essere felice anche qui, e loro che non avevano la metà della mia fortuna, me lo insegnarono giorno dopo giorno; mi insegnarono a saper trovare la felicità nei piccoli gesti, ed in tutto ciò che ci circonda.
Mi chiamavano in dialetto ” La Biond’ ” e quando arrivavo, si nascondevano nei posti più impensabili per poi saltarmi alle spalle ridendo rumorosamente.
Ed ogni giorno, anche se ormai conoscevo tutti i loro nascondigli, mi prestavo con immenso piacere, a quel bellissimo gioco spensierato. Più erano “terribili”, più volevo stare al loro fianco cercando di seminare il buono ed il giusto nel cuore di ciascuno di loro, sperando con tutta me stessa, che giorno dopo giorno questi valori potessero attecchire.
Il mio sogno di aprire un centro socio educativo…
Avrei voluto che quei 12 mesi non terminassero mai, avrei voluto aprire un centro socio educativo diurno con i miei colleghi/ amici, per poter continuare a seminare autostima, valori ed esempi positivi nel cuore di ciascuno di quei bambini meno fortunati.
Avrei voluto poter fare molto di più, ma la società spesso non ha spazio e non dà voce alle più nobili intenzioni, e con grande amarezza dovemmo rinunciare a quello splendido sogno di generosità.
Ho sofferto terribilmente allo scadere di quel percorso di vita meraviglioso, nulla mi aveva mai arricchita prima, più di ciò che mi era stato trasmesso da ciascuno di loro durante quei 12 mesi.
Un legame indissolubile
Ma sapevo che li avrei rivisti, sapevo che li avrei portati per sempre nel mio cuore, sapevo che non sarebbe stata la distanza fisica a dividerci, sapevo che mi avrebbero ricordato anche quando sarebbero diventati adulti, sapevo che quell’affetto, quella donazione incondizionata di amore, quell’aver saputo toccare le corde di cui parla Don Bosco, sapevo che quel legame, sarebbe stato per sempre speciale.
Oggi a distanza di 10 anni, sono immensamente felice di constatare che sia davvero così come speravo, che alcuni di loro siano consapevoli del fatto che possano far affidamento ancora oggi su di me e che altri non abbiano dimenticato il bene dimostrato loro quando erano bambini e quando mi capita di incontrarli, per loro sono sempre ” La Biond‘ “.
Quel quartiere popolare, ancora oggi quando mi capita di attraversarlo, mi parla di gesti sinceri, di amore e condivisone, di realtà difficili e di bisogno di aiuto da parte delle istituzioni, mi parla di persone umane e solidali che fanno di tutto per tenere aperte quelle porte, le porte dell’oratorio per esempio, oggi spalancate, da suore eccezionali, davvero a tutti, anche a quei ragazzi considerati “terribili” affinché domani possano essere uomini onesti.
Per sempre i miei bambini…
I miei bambini di ieri sono diventati bellissimi ventenni ormai, e quando li riabbraccio mi sembra che il tempo non sia mai realmente passato.
Mio figlio Francesco porta un nome per me importantissimo, il nome di quei due miei primi bambini che con tanto amore e dedizione seguii con duro impegno, pazienza e premura cercando di instaurare in loro autostima ed amor proprio.
M. la mia bambina di allora, che mi rapì con la sua fragilità ed il suo bisogno di affetto, oggi è una splendida ragazza presente nei momenti di vita più importanti miei e della mia famiglia; A.R. è sbocciata ed è diventata un fiore meraviglioso e la sua durezza ha lasciato spazio ad infinita tenerezza e spontaneità; N. che era un dolcissimo bambino di 4 anni, oggi è un ragazzino giudizioso ed ambizioso, e sono stata onorata di esser stata scelta 8 anni dopo, come madrina nel giorno della sua cresima; A. che all’epoca era una bravissima giovane madre ora è una mia grande e speciale amica.
A distanza di 10 anni, aver mantenuto i contatti con alcuni di quei bambini, dimostrando loro la mia presenza mai svanita, nonostante il tempo e la distanza, per me significa tantissimo.
É necessario costruire realtà positive alternative alla strada
Certo, so che se avessi potuto, avrei potuto fare molto di più, aiutando molti più bambini, ma in fin dei conti so, che ho fatto del mio meglio e tutto il possibile.
Prego per ciascuno di quei bambini con i quali ho condiviso quotidianità e momenti speciali, affinché stiano sempre lontani da quei lupi che secondo Don Bosco erano pronti a rovinare il candore dell’innocenza.
Saranno per sempre i miei bambini, e vorrei che, anche coloro che sono ai vertici della nostra società, avendo in mano gli strumenti materiali per poter costruire realtà positive alternative alla strada, consideri tutti i bambini, anche quelli più “disgraziati” , come propri figli impegnandosi al massimo per ciascuno di loro.
Ricordiamo sempre e comunque che ognuno di noi può contribuire nel proprio piccolo a creare una società migliore, basta crederci, basta volerlo.
“Quello che noi facciamo è solo una goccia nell’oceano ma se non lo facessimo, l’oceano avrebbe una goccia in meno.”
Madre Teresa Di Calcutta
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