Dai Diari Segreti alle fredde Note di un I Phone
Ricordo quando a 9 anni, scrivevo su di un’agenda “Le mie poesie”. Quell’agenda la custodisco ancora oggi e tuttora, le trascrivo lì.
Ho sempre amato scrivere e non ho mai smesso.
Tutte le sere quando ero bambina prima di andare a letto scrivevo il mio diario segreto. Ne ho scritti tantissimi durante l’infanzia e l’adolescenza, ed erano tutti gelosamente protetti da lucchetti con cuoricini colorati, che credevo inaccessibili ma che invece mio fratello sistematicamente, riusciva ad aprire in meno di un minuto.
Adesso le bambine non scrivono più diari segreti, ma salvano i loro pensieri su fredde note di un I Phone.
Esistono ancora le carte da lettere colorate e con i disegni più disparati che esistevano 30 anni fa?
Di fronte a casa mia quando ero bambina, c’era una merceria.
Ricordo quando felicissima andavo a comprare le carte da lettere. La proprietaria, un’anziana signorina non troppo simpatica, prendeva le varie scatole colorate ed io felice come se stessi comprando oggi un paio di scarpe, sceglievo quelle che più mi piacevano, e correvo a casa a scriverle.
L’altro giorno mia nonna mi ha detto: “Sai, ho trovato in una scatola alcune letterine che mi scrivevi, ognuna con la sua bustina piena di adesivi colorati”. I miei nonni hanno sempre vissuto nella mia città ma io amavo comunque scriver loro letterine e consegnargliele di persona.
Le scrivevo anche alla mia mamma, alle mie zie, alle mie amiche e da ragazzina ho continuato a scriverle ed a consegnarle al mio migliore amico ed al mio primissimo amore, che abitavano nel palazzo adiacente al mio; alla mia migliore amica con la quale mi vedevo tutti i giorni; ed anche ad amiche lontane, aspettando con ansia di trovare la loro risposta nella cassetta della posta.
Quanti gesti così semplici ma meravigliosi, ha perso l’infanzia odierna per seguire mode e tecnologie? Perché si è persa la magia ed il gusto della semplicità?
Noi degli anni ’80, siamo stati l’ultima generazione ad avere la fortuna di vivere l’infanzia “genuinamente”, con spontaneità ed innocenza. Ci bastava poco per essere felici e gioivamo per le cose più banali.
Un elastico per saltare e giocare in giardino con le proprie amiche, dei tappi con cui poter gareggiare spingendoli a terra con il dito su di un percorso prestabilito, la corda per saltare, il cerchio della morte lanciandosi gavettoni pieni d’acqua sperando che prendendoli non scoppiassero, le partite di pallone e di pallavolo, un due tre stella, cinque si schiaccia, i bigliettini dei bambini che ci piacevano con la scritta “Vuoi metterti con me? Metti una crocetta sul sì o sul no”, lanciare la palla sul muro del palazzo per giocare alla “Signorina Rosa compra tre mele…”, correre e sfrenarsi fino al tramonto, e salire quando la propria mamma ti chiamava gridando il tuo nome dal balcone.
Tutto questo vissuto, tutta questa spontaneità, non hanno prezzo, ed io non dimenticherò mai tutte quelle giornate trascorse con i miei amici, in quel meraviglioso giardino.
Per non parlare dell’euforia che si provava trovando letterine d’amore, nella propria buca delle lettere. Non ho mai dimenticato e né ho tantomeno mai scoperto chi 30 anni fa, mi lasciò un bigliettino anonimo bellissimo per San Valentino nella cassetta delle lettere; la sorpresa e l’incredulità innocente di una bambina di sei anni, nel ricevere un bigliettino come quello, non hanno prezzo ed infatti, dovrei averlo ancora conservato.
La spensieratezza perduta
Nessun messaggio inviato su whatsapp ai propri nonni, alle proprie amiche, al proprio amichetto del cuore, nessun minuto trascorso su di un tablet a guardare Violetta o serie del genere, nessun videogioco, nessun selfie con le amichette, potrà mai donarti quella sensazione di felicità e di spensieratezza, che abbiamo vissuto noi 30 anni fa e più, vivendo come bambini.
Ma di chi è la colpa?
Non di certo dei bambini che anzi, sono vittime innocenti di un’ infanzia deturpata e derubata. La colpa è di chi sta lasciando questo sterile mondo in eredità, di chi permette tutto questo, di chi tratta ormai i bambini come adulti e non come bambini.
I bambini devono essere bambini
I bambini dovrebbero stare all’aria aperta anche in inverno, dovrebbero correre, sporcarsi, sfrenarsi e saltare nelle pozzanghere. I giardini oggi sono vuoti, ed al massimo i bambini puoi trovarli nelle ludoteche.
A volte al ristorante, mi capita di vedere tanti bambini seduti allo stesso tavolo che invece di chiacchierare, guardano come zombie il proprio cellulare connesso aridamente con il resto del mondo; mai trent’anni fa io ed i miei cugini, quando andavamo il sabato sera a mangiare una pizza con i nostri genitori, passando ore intere a parlare ed a sognare ad occhi aperti, ci saremmo immaginati tutto questo.
Tutto ciò in cui siamo immersi oggi, porta ad un edonismo incondizionato, ad un voler bruciare le tappe al sentirsi adolescenti quando si è ancora bambini, perché purtroppo i bambini di oggi sono bombardati da immagini errate e messaggi subliminali che fanno crescere troppo in fretta ed in maniera inadeguata.
Dovremmo preservare i bambini dall’effimero, dovremmo trattarli con più rispetto, dovremmo ridare quell’infanzia perduta ai nostri figli.
Cosa si può fare?
Nel nostro piccolo ognuno di noi potrebbe ridare un pezzettino di semplicità e di spensieratezza ad i nostri bambini. Certo non è facile, perché il mondo di oggi ahimè non è quello di ieri, ed oggi se non sei al passo con le mode e se non fai quello che fan tutti sei emarginato e discriminato.
Allora, bisogna riuscire a far cogliere ai bambini anche la bellezza della diversità, perché essere diversi spesso vuol dire essere speciali.
Bisogna spiegar loro, che non ci si deve arrendere a certi ricatti psicologici della società odierna, bisogna combattere tutto questo e piantare come un semino, coltivandola giorno dopo giorno, la sicurezza nei nostri bambini. Infonderla fin da subito, trasmettendo loro fiducia ed autonomia anche nelle piccole azioni ed attività scontate (ai nostri occhi) di ogni giorno, perché un bambino sicuro oggi, sarà un adulto che non si preoccuperà domani del giudizio degli altri, e si distinguerà dalla massa costi quel che costi.
Lasciamo i bambini liberi di sperimentare
I bambini devono giocare e sperimentare, lasciar venir fuori quello che hanno dentro, e noi non dobbiamo interferire in alcun modo.
Bisogna far affiorare le loro predisposizioni, attitudini, stimolarli continuamente, renderli partecipi nei piccoli gesti quotidiani, trattarli non come esseri inferiori, perché non lo sono!
Sarebbe meglio comprare una bicicletta, un triciclo con i pedali, od un monopattino, invece di una macchina elettrica che li porti in giro senza farli stancare con piacere, impigrendoli e lasciandoli passivi. Meglio un libro di un videogioco, meglio un trenino manuale da poter spingere da soli coordinando i movimenti, di uno elettrico che guardino come spettatori senza diventare protagonisti attivi del gioco.
Meglio una mattina trascorsa passeggiando perché no anche con il freddo, dello starsene chiusi dentro casa parcheggiati davanti ad un cartone animato; meglio aprire la loro mente e stimolarli facendo osservar loro tutto ciò che li circonda nella propria città o viaggiando se si può, dello stare chiusi fra quattro mura.
Meglio crescere questi bambini come bambini, aiutandoli a costruire un bagaglio di ricordi e di emozioni speciali che li aiuterà domani a guardare il mondo con occhi diversi, non disincantati ma attivamente, sperando che almeno loro possano cambiare in meglio il mondo.
Adesso capisco quando solo ieri, i miei genitori mi dicevano che il mestiere più difficile del mondo è quello dei genitori, non c’è niente di più vero, ma possiamo impegnarci ugualmente a fare del nostro meglio ed oltre.
“Io sento ancora le voci della strada dove son nato mia madre quante volte mi avrà chiamato ma era più forte il grido di libertà, e sotto il sole che fulmina i cortili le corse polverose dei bambini, che di giocare non la smettono più…” Musica è (E. Ramazzotti)
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