Un’insolita consapevolezza
Ricordo che la mattina del 27 settembre di quasi 27 mesi fa, quando Francesco era ancora nel mio pancione, fui assalita da un senso di angoscia improvviso. Al mio risveglio le lacrime iniziarono ad accarezzare il mio viso ed io lì per lì credetti fosse ancora una volta colpa di quei simpaticissimi ormoni impazziti.
Accarezzandomi il ventre provai una consapevolezza insolita fino a quell’istante, per la prima volta mi sentii impotente al pensiero che presto il mio bambino sarebbe venuto alla luce, ed io non avrei più potuto proteggerlo così come stavo facendo con tutta me stessa durante quei bellissimi nove mesi.
Quella sensazione di impotenza che solo noi mamme conosciamo
Avvertii la paura, quella paura tremenda che solo una mamma impara a riconoscere, la paura e l’impotenza di non poter più riuscire davvero a proteggerlo dal mondo, da quel mondo crudele e cinico in cui viviamo, avvertii la consapevolezza che ognuno di noi è frutto del proprio karma.
Durante quegli intensi mesi il mio bambino viveva serenamente in quella gioiosa posizione fetale, che anche io amo rivivere durante la mia pratica yogica perché riporta dentro me la serenità e quel senso di protezione che si respira nel grembo materno; l’idea che presto non sarebbe stato più lì al sicuro, mi faceva sentire inerme e spaventata.
Non smetteremo mai di sperare…
Ma si sa, questa è la vita, i figli crescono e non saranno più dentro di te fisicamente ma lo saranno per sempre spiritualmente; quel legame indissolubile ti fa sentire come una leonessa che deve proteggere i suoi cuccioli per l’eternità, ma capirai che dovrai arrenderti al gioco della vita e non potrai far altro che pregare il tuo Dio qualunque esso sia, impegnarti da genitore per ciò che sarà possibile ed a volte impossibile affinché tutto vada bene, e per ciò che non sarà purtroppo realmente alla tua portata, bè non potrai far altro che sperare che tuo figlio abbia un buon karma.
Per sempre
Una cosa è certa, sarete per sempre compagni del viaggio più speciale che possa esistere. Piansi, promisi che avrei fatto sempre l’impossibile per proteggerlo, e mi stupii di quei miei pensieri così cupi ed insoliti ma quella sera capii il perché di quelle sensazioni avvertite. Francesco stava per intraprendere il viaggio verso la luce e stava per abbandonare per sempre, ma solo fisicamente, il mio grembo materno.
Quella notte abbracciai Francesco, e gli sussurrai nell’orecchio quelle stesse promesse:
“Ci sarò per sempre … a volte sarò al tuo fianco per portarti per mano, a volte sarò un passo avanti a te per controllare che tu percorra una strada sicura, a volte sarò un passo dietro di te per sorreggerti quando cadrai e per aiutarti a rialzarti; solo ieri ti portavo dentro me per cullarti e nutrirti con tutto il mio amore, passo dopo passo. Ci sarò figlio mio, ovunque vorrai, ma ti prometto che ci sarò per sempre, sono qui, sono la tua mamma oggi e per l’eternità.”
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