Driinnnnn…
Mat mio marito, rientró a casa poco dopo le 21.00 del 27.09.2013, io avevo da poco terminato la mia speciale pratica Yoga con tanto di meditazione per cercare di mettermi “in contatto” con il mio bambino, ed accolsi mio marito dicendogli: “Amore ciao, mi sa che ci siamo… queste contrazioni a mio parere sono differenti, secondo me stanotte nascerà Francesco, me lo sento! Ma non ho intenzione di ricoverarmi digiuna, che ne pensi se uscissimo a mangiare una pizza prima di andare in clinica per il ricovero???”.
L’ultima pizza assaporata da Franci nel mio ventre materno…
Ovviamente mi accontentò, ed andammo a mangiarci una buonissima pizza. Non potendo di certo ignorare la mia ultima voglia… scelsi una pizza non proprio leggera… margherita con cotto e panna… ah dimenticavo Franci ama la pizza, chissà perché 😁.
Un’ App per misurare le contrazioni durante l’ultima cena…
Qualche giorno prima avevo scaricato una app (si chiama Contrazioni) per misurare la durata e l’intensità delle contrazioni e con la calma che contraddistingue una vera Yogini, fra un morso alla mia gustosa pizza ed una contrazione, controllavo sull’app l’andamento dell’inizio del mio travaglio.
Vabbè calma sí ma non calmissima, l’ultimo triangolino di pizza ricordo che lo feci ingurgitare alla velocità della luce a Mat, consigliandogli di muoversi se non avesse voluto che suo figlio nascesse in pizzeria… ovviamente trovai il tempo di farci anche scattare un’ultima foto con Franci nel pancione prima di scappare in ospedale, lo so lo so, ho la mania delle foto, ma non potevo fare un’eccezione proprio in quel momento così speciale!
In sala travaglio con… lo Yoga
Tornammo a casa prendemmo le valigie e via in clinica prontissima per il ricovero alle ore 23.00! Ricordo che entrai in sala travaglio tranquilla pronta a mettere in pratica le varie respirazioni yogiche ed a cercare di rimanere il più rilassata possibile. Positiva ed inamovibile come tadasana, ripetevo a me stessa un mantra “sono forte, sono calma, tutto andrà bene…ommmm”.
Ricordo che non mi concentrai sul dolore, ma solo sul mio bambino cercando di trasmettergli non adrenalina ma tanta sana energia positiva e tanto coraggio, eravamo ancora una volta una squadra. Riuscii a controllare il dolore per tre ore grazie ad ujjay pranayama ed ai mantra, ma quando ero quasi pronta per andare in sala parto, decisi di fare l’epidurale che avevo pagato e prenotato il mese prima dopo aver effettuato una visita specialistica, a causa della mia voglia di tenere tutto sempre sotto controllo. Questo è un altro fattore che mi contraddistingue, non riesco a lasciare nulla al caso, basta infondo guardare il kit di sopravvivenza che ho sempre nella mia borsa… non si sa mai, appunto…
Bye Bye epidurale…
Il destino invece, volle darmi una bella lezione di vita facendomi capire che a volte è anche bello lasciar tutto al caso, e così dopo un bel po’ che mi avevano attaccato il cateterino per l’epidurale, si accorsero che ahimè non era stato attaccato in maniera adeguata e l’anestetico era fuoriuscito completamente, quindi… bye bye epidurale… benvenuta natura…
In effetti mentre ero lì, impegnata a controllare i dolori, fra un om ed una respirazione appropriata, mi chiedevo a cosa servisse l’epidurale considerato che, dopo la somministrazione dell’anestetico, i dolori non erano affatto diminuiti… anzi… Ma ormai era troppo tardi e Francesco aveva intrapreso il suo percorso verso la luce ed io corsi, bè si fa per dire, in sala parto.
Un parto meraviglioso
Alle 3.30 di quella bellissima notte di fine settembre, sei ore dopo la lezione di Hatha Yoga più speciale e memorabile della mia vita, con pochissime spinte ed un parto meraviglioso e sereno anche grazie alla speciale ostetrica che mi assistette, il mio bambino di 4kg 350 venne alla luce mentre mio marito Mat era al nostro fianco, felice come mai prima di allora.
Che strane quelle primissime sensazioni, quel bimbo che prima era nel mio ventre ora era sul mio ventre ormai tristemente vuoto e molle come un budino, che piangeva e cercava il mio calore ed il mio seno. Ricordo quanto fossi emozionata, ricordo di come mio marito si fosse complimentato con me, ricordo che volevo piangere di gioia ma le lacrime non riuscivano a venir giù, ricordo di come abbracciai a me quel bambino bellissimo, il mio bambino… e pensai: “Che bella la vita, grazie!!!”.
Appena portarono via Francesco per i controlli di routine, ricordo però anche tutti gli om che salmodiai mentre mi “ricucivano” a causa dell’episiotomia che purtroppo avevano praticato, mentre in sala parto mi guardavano come se fossi ancora una volta “diversa”… certo non è che si trovino tutti i giorni mamme che recitino l’om in sala parto… ma il mondo è bello perché è vario no?!
Grazie Yoga
Senza lo Yoga avrei affrontato in maniera così serena e naturale il travaglio ed il parto? No, onestamente non penso. Ancora una volta… grazie, perché hai reso ancor più meraviglioso il giorno più importante della mia vita.
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